“Me lo immagino fra i cristalli dei miei pensieri e i lampadari delle mie idee, fra il topazio del mio logos, lo smeraldo dei miei sogni e il rubino del mio prana. Ha scelto un luogo prezioso, lui. Il mio cervello è un hotel di lusso. Il tumore ha fatto la sua presentazione ufficiale nel 2015 ma era già lì da molti anni, almeno nove, solo che era piccolino e le cose piccoline sembrano innocue. È cresciuto lentamente e poi è stato rimosso in gran parte, non potendolo rimuovere totalmente, quattro anni fa. Così era tornato piccolino e sembrava di nuovo innocuo. Ma l‘anno scorso ha iniziato a muoversi di nuovo, si stiracchiava nel suo terminato letargo, e a Settembre 2019 ha fatto una nuova presentazione. Con inchino, stavolta, sul red carpet del mio cervello. “Chemioimmunoterapia”, hanno detto i dottori. Va tenuto fermo, dato che non lo possiamo raschiare via dal luogo pericoloso in cui è. Ha scelto un luogo prezioso. Ci sono tutti i progetti per il futuro nel mio cervello, ci sono centinaia di appuntamenti ad ogni traguardo che voglio raggiungere: c’è il desiderio di lavorare come counsellor dopo il diploma, riprendere l’università di psicologia, aprire il mio studio, che è già pronto ed arredato dentro alla mia immaginazione, ascoltare le persone e trovare insieme un modo per scovare le loro risorse, un modo per ripristinare quell’innata capacità che ognuno di noi ha di salvarsi. Ho fiducia nei progressi e nei passi avanti della scienza e voglio esserci quando mi diranno che è stato scoperto il modo di estirpare i tumori dai posti pericolosi. Nel mio cervello ci sono anche scritti tutti i sorrisi che ho ed avrò da fare. Lui è uno solo, e qui dentro ci sono talmente tante cose luminose che dovrà chiudere gli occhi e stringerli forte, finché sarà costretto a dormire di nuovo. E io, mentre lui dormirà, vivrò più che posso.”
(Celeste Belcari – Ponsacco)